Gli adolescenti ai tempi del coronavirus

In questa strana primavera 2020 abbiamo dovuto rivoluzionare le nostre vite, come mai fatto prima di ora. Una novità assoluta con ripercussioni enormi sulla nostra quotidianità e sul nostro lavoro. Una trasformazione sociale che non ha risparmiato nessuna classe di età: dagli anziani ai bambini, tutti hanno dovuto cambiare le proprie abitudini.

Abbiamo letto fiumi di parole sulla nostra nuova vita.

Si è parlato a iosa di didattica a distanza, spesso in maniera anche impropria. Si è parlato dell’esame di terza media e soprattutto sugli effetti che il Covid avrà sull’esame di maturità, con notizie frammentate e spesso confusionarie.

Eppure, si è parlato pochissimo degli effetti che il distanziamento sociale ha sugli adolescenti di questo decennio che, già prima della pandemia, vivevano un rapporto interpersonale molto diverso rispetto ai coetanei di inizio millennio.

Una generazione, quella dei 2000, che è stata definita dei nativi digitali. Ragazzi che hanno spesso demandato al display dello smartphone momenti di comunicazione importante, come ad esempio il parlare dei propri sentimenti ed emozioni. Si sono spesso rifugiati dietro il virtuale per esprimersi tanto che poi, anche usciti dall’adolescenza, hanno bisogno di qualche birra in più per approcciarsi con l’altro sesso. Situazione che sembra paradossale vista la facilità dei giovani ventenni di avere rapporti liberi e senza impegno.  

Allora cosa è cambiato in fondo per loro con il lockdown?

Molto.

Nonostante siano stati bravissimi ad inventarsi nuove forme di aggregazione, dalla birretta su Zoom al cineforum su Skype, questi ragazzi hanno sempre meno la possibilità di relazionarsi personalmente, di vedere una reazione immediata e spontanea nel corpo dell’altro. La comunicazione tra due persone non è solo quella verbale. Lo scambio di messaggi o video messaggi non può giovarsi dell’espressione e dei movimenti corporei. Quanto dicono oltre alle parole, i nostri occhi, i movimenti delle labbra, dell’arcata sopraccigliare, delle nostre mani e la nostra postura?

Tantissimo.

Esiste addirittura una disciplina semiologica che studia la comunicazione dei gesti: la prossemica.   

Quanto il distanziamento sociale influenzerà sui primi amori, sulle prime esperienze, sulle prime vacanze da soli, sulla voglia di viaggiare e conoscere il mondo di questi ragazzi del 2020?

Probabilmente dipenderà anche da quanto durerà questo strano periodo e da come impareranno a gestire questa nuova realtà, trovando nuove modalità di espressione di se stessi.

I ragazzi sono sempre stati capaci di reinventarsi e sicuramente lo faranno anche questa volta.

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