Quando in famiglia arriva un bambino speciale

culla

L’attesa di un figlio è uno dei momenti più felici per la vita di una coppia. Nove mesi pensati a fare progetti, a scegliere un nome, a preparare la cameretta e magari a fantasticare sul futuro.

Per questo motivo, quando viene diagnosticato a un neonato o a un bambino di pochi mesi una disabilità grave, tutto quel mondo, così ben immaginato e desiderato, crolla all’improvviso con la stessa potenza d’impatto di un edificio che viene demolito e si sbriciola in pochi secondi.

Prima di arrivare all’accettazione della nuova situazione, del sogno infranto, i genitori sono costretti necessariamente a passare per delle tappe obbligatorie, più o meno simili per tutti.

Passeranno per la fase della negazione, in cui cercheranno qualche altro parere medico, non disdegnando neanche qualche viaggio della disperazione alla ricerca del miracolo.

Si troveranno poi inevitabilmente catapultati nella fase della disperazione, in cui avranno entrambi un crollo emotivo o, forse, a turno, cercando di farsi coraggio a vicenda.

Verranno travolti da un senso di impotenza che li condurrà alla fase della destabilizzazione assoluta: nell’angoscia più totale, arriverà improvvisa la consapevolezza di essere stati tanto felici senza nemmeno saperlo.

Lo sconforto prende il sopravvento e la solitudine arriva inesorabile a completare il quadro. Tutte le piccole cose di cui è costituita la quotidianità e la vita degli altri, diventano inarrivabili oggetti del desiderio, come un miraggio in un deserto.

Non si riconoscono più nel sistema sociale di cui hanno sempre fatto parte e quando il gruppo whatsapp dei genitori di classe si dispera per i pidocchi che il pargolo ha portato a casa, come se fosse la sciagura più grande da affrontare nella vita, hanno solo voglia di allontanarsi da tutto. Vogliono solo vivere dentro la campana che si sono costruiti attorno per proteggere il loro bimbo bisognoso di attenzioni diverse dagli altri bambini, lontano da occhi insensibili o compassionevoli.

Arriverà anche, alla fine, la fase dell’accettazione.

Qualche volta hanno la fortuna di arrivarci insieme, qualche volta il percorso non è uguale e uno dei genitori dovrà aspettare con pazienza che anche l’altro porti a termine il proprio percorso.

A volte, capita che uno dei due non accetterà mai la situazione.

Capita.

La vita familiare però ricomincerà proprio in quel momento.

Alla fine, ci saranno nuove routine e nuove organizzazioni e piano piano tornerà il sorriso.

Quel sorriso perso e poi ritrovato, a volte autoimposto, per dare coraggio e serenità al proprio bambino.

Per cui ricordatevi sempre di una cosa: quando si incontra una famiglia con un bimbo disabile, sorridete!

Sorridete sempre, perché quei genitori hanno bisogno anche loro di un po’ di coraggio e di serenità.

questo post è stato pubblicato anche su:

Life Factory Magazine

Se ti è piaciuto qUesto articolo potrebbe interessarti anche:

La felicità è una forma di coraggio

La pigrizia è la ruggine dell’anima

Vivere senza passione è sopravvivere

Altri post di questo tipo li puoi trovare nel menù DIVAGAZIONI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.