Piccoli rituali di felicità

In questa strana primavera 2020, la nostra vita è stata caratterizzata da una routine quotidiana diversa e senza precedenti. Tutte le nostre abitudini sono state ridefinite dall’ordinanza del lockdown e la maggior parte delle persone si è ritrovata a lavorare a casa.

I single, tra cui moltissimi anziani ormai vedovi, hanno dovuto trovare nuovi equilibri personali, in cui le ore della giornata sono state scandite dalla mancanza di rapporti umani in presenza e demandate alle videoconferenze. Abbiamo affidato a un monitor le riunioni di lavoro o l’unico momento di contatto con affetti non raggiungibili per decreto.

Le famiglie, soprattutto quelle numerose, si sono dovute reinventare, dividendosi lo spazio disponibile in modo da lasciare a ognuno almeno un po’ di privacy per poter lavorare o seguire la didattica a distanza, nuova forma della scuola 2020.

UN GRANDE CAMBIAMENTO

Nel primo ventennio di questo secolo la nostra vita era stata caratterizzata dalla velocità e dalla frenesia della miriade di cose da fare entrare in sole ventiquattro ore, vivendo come se non ci fosse un domani, lasciandoci guidare dal detto “ogni lasciata è persa”.

Siamo stati catapultati in un periodo scandito da orari e da una lentezza di altri tempi. Vivendo a casa, abbiamo abbattuto completamente i tempi degli spostamenti per recarsi al lavoro che nelle grandi città, a volte, possono superare anche l’ora. Abbiamo annullato ogni uscita sociale, cena, aperitivo o cinema o teatro che sia. Abbiamo spesso delegato attività comuni, come fare la spesa, all’e-commerce con consegna a domicilio o ci siamo rassegnati a fare lunghe file, rigorosamente distanziati uno dall’altro, davanti ai supermercati.

Ci siamo ritrovati chiusi dentro casa, a vivere una Pasqua tra le più assolate degli ultimi venti anni, a riempire spazi e giornate con nuovi o vecchi hobby, con libri, con maratone di film o serie tv e soprattutto ci siamo improvvisati tutti grandi chef.

E adesso?

Ma proprio in momenti come questi, ci si rende conto dell’importanza dei piccoli momenti, dei piccoli gesti.

Per sopravvivere a questa quarantena senza impazzire, abbiamo dovuto sfoderare e lucidare a nuovo il nostro equilibrio interiore.  Abbiamo dovuto cercare la pace e la serenità dentro di noi.

Ecco qui che allora una frase di Richard Bach assume improvvisamente tutto un altro valore.

“Crescendo impari che il caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, […] impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore.”

Una soluzione c’è

Non dimentichiamoci di apprezzare ogni piccolo momento che la vita ci regala.

La felicità è fatta dalle piccole cose quotidiane non dai grandi eventi.

Un sorriso al mattino appena svegli, un bacio, uno sguardo, una doccia, qualche pagina di un libro, un caffè, sono gesti che compiamo ogni mattina.

Possono essere semplici gesti quotidiani o piccole pillole di felicità.

Sta a noi decidere come interpretarli e che valore dare loro.

Questo post è stato pubblicato nella RIVISTA Sfogliabile di LIfe FActory MAgazine

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